La calcolosi è una delle più frequenti patologie dell’apparato urinario. La presenza di calcoli nel rene spesso causa un dolore insopportabile. Talvolta però i calcoli sono completamente asintomatici. La calcolosi, se non viene diagnosticata e trattata in tempo, può provocare infezioni a carico delle vie urinarie e perfino danneggiare la funzione del rene. Le recidive sono molto frequenti, per cui la cura e la prevenzione della calcolosi sono molto importanti.
Che cos’è un calcolo renale?
I calcoli sono piccoli depositi di sali minerali cristallizzati che si possono formare nel rene o nelle vie urinarie. La formazione dei calcoli è dovuta alla precipitazione, nelle urine, di cristalli o piccole particelle di calcio, ossalato, urato, fosfato, etc. Questi piccoli cristalli con il passare del tempo si aggregano tra di loro ingrandendosi fino a formare i calcoli.
In condizioni fisiologiche le urine contengono delle sostanze che inibiscono l’aggregazione dei cristalli. Quando la concentrazione di queste sostanze diminuisce si formano i calcoli. Il termine medico corretto per indicare la presenza di calcoli è urolitiasi. I calcoli biliari e i calcoli renali non sono in alcun modo collegati.
Quali sono le dimensioni, la forma e la localizzazione dei calcoli dell’apparato urinario?
I calcoli renali possono avere sia dimensioni che forma estremamente variabili. Possono essere più piccoli di un granello di sabbia o grandi come una pallina da tennis. Quando i calcoli sono rotondi o ovali, con la superficie liscia, causano meno dolore e la probabilità che vengano
espulsi in modo spontaneo è alta. I calcoli possono però anche avere una forma irregolare o frastagliata ed una superficie ruvida. In questi casi provocano molto dolore ed è più difficile che possano essere eliminati spontaneamente.
I calcoli possono interessare tutte le parti che compongono il tratto urinario, ma si formano con maggiore frequenza nel rene e da qui migrano verso l’uretere.
La causa di dolori addominali insopportabili è spesso da ricercarsi nella presenza di calcoli nel tratto urinario.
Quali sono i tipi di calcoli renali?
Ci sono quattro tipi di calcoli renali:
1. Calcoli di calcio. Sono i più frequenti (circa 70-80% dei casi). Possono essere formati da ossalato di calcio o, meno frequentemente, da fosfato di calcio. I calcoli di ossalato di calcio tendono a formarsi quando l’urina è acida.
2. Calcoli di struvite (ammonio magnesio fosfato). Sono i meno comuni (circa 10-15% dei casi) e si formano in presenza di infezioni del rene. Sono più frequenti nelle donne e aumentano di volume solo in ambiente basico.
3. Calcoli di acido urico. Non sono molto frequenti (circa 5-10%) e si formano in presenza di grandi quantità di acido urico e nei casi di urine costantemente acide. I calcoli di acido urico si formano nei soggetti ammalati di gotta, oppure in quelli che hanno una dieta molto ricca di proteine animali, in pazienti disidratati o in trattamento con chemioterapici. La loro peculiarità è di essere radiotrasparenti, non si vedono cioè con i raggi X senza mezzo di contrasto.
4. Calcoli di cistina. Sono rari e sono dovuti ad una malattia ereditaria, la cistinuria. La cistinuria è caratterizzata dalla presenza di alti livelli di cistina nelle urine.
I calcoli urinari si formano più frequentemente nel rene e nell’ uretere.
Che cosa è un calcolo a corna di cervo?
Un calcolo a corna di cervo è un grosso calcolo di struvite che occupa una gran parte del rene e ricorda, nella forma, le corna di un cervo. Nella maggior parte dei casi questo tipo di calcolo è asintomatico e può causare danni al rene.
Quali sono i fattori che contribuiscono alla formazione dei calcoli urinari?
Ciascuno di noi può ammalarsi di calcolosi. I seguenti fattori, tuttavia, aumentano il rischio di sviluppare calcoli renali .
- Scarso introito di liquidi, specialmente di acqua, o disidratazione.
- Storia familiare di calcolosi.
- Dieta ad alto contenuto di proteine animali, sodio e ossalato, povera di fibre e di agrumi ricchi di potassio.
- I maschi hanno una maggiore probabilità di sviluppare calcoli (75% calcoli renali, 95% calcoli alla vescica). Gli uomini di età compresa tra 20 e 70 anni e quelli obesi hanno una maggiore probabilità di sviluppare i calcoli.
- Essere costretti a letto o all’immobilità per un lungo periodo.
- Clima caldo umido.
- Infezioni urinarie ricorrenti e ristagno delle urine.
- Malattie metaboliche quali iperparatiroidismo, cistinuria, gotta, etc.
- Utilizzo di alcuni farmaci tra i quali diuretici e antiacidi.
Una ridotta introduzione di liquidi e una storia familiare di calcolosi renale sono i due più importanti fattori di rischio per la formazione di calcoli
Quali sono i sintomi che indicano la presenza di calcoli renali?
I sintomi possono variare a seconda delle dimensioni, della forma e della localizzazione dei calcoli. I sintomi più comuni sono i seguenti.
- Dolore all’addome.
- Necessità frequente e persistente di urinare.
- Nausea o vomito.
- Presenza di sangue nelle urine (ematuria).
- Dolore o fastidio durante la minzione.
- Arresto improvviso del flusso urinario quando il calcolo si trova nella vescica e blocca il passaggio dell’urina nell’uretra.
- Espulsione spontanea dei calcoli con le urine.
- In pochi casi la presenza di calcoli nelle vie urinarie può provocare infezioni urinarie ricorrenti e ostruzione delle vie urinarie stesse, con un danno temporaneo o permanente al rene.
- Molto spesso infine i calcoli possono essere asintomatici e vengono diagnosticati “accidentalmente” durante un checkup. Si parla in questi casi di calcoli silenti.
Dolore addominale e presenza di sangue nelle urine sono fortemente predittivi di calcoli alle vie urinaie.
Caratteristiche del dolore addominale dovuto alla presenza di calcoli nelle vie urinarie
- La severità e la localizzazione del dolore possono variare da persona a persona, a seconda del tipo di calcoli, delle dimensioni e del tratto delle vie urinarie nel quale si sono formati. E’ importante tenere presente che le dimensioni dei calcoli e l’intensità del dolore non sono correlati. Piccoli calcoli a superficie frastagliata possono causare molto più dolore di calcoli grandi, ma con superficie liscia.
- L’intensità del dolore causato dalla presenza di calcoli è molto variabile, si passa da un lieve fastidio al fianco ad un dolore insopportabile. Il dolore è aggravato dai cambi posturali. Il dolore generato dalla presenza di calcoli non ha un andamento regolare, può aumentare e diminuire di intensità senza apparenti regole. Può durare da pochi minuti a diverse ore ed essere intervallato da momenti di sollievo.
- Il dolore addominale di solito interessa il lato dove è localizzato il calcolo. Il dolore, che si irradia dalla zona lombare all’inguine, accompagnato da nausea e vomito, è caratteristico dei calcoli a carico del rene e dell’uretere.
- I calcoli alla vescica possono causare dolore al basso addome, dolore durante la minzione e, negli uomini, dolore o fastidio al pene.
- Quando si manifesta un dolore improvviso all’addome bisogna ricorrere rapidamente alle cure di un medico.
I calcoli renali possono danneggiare il rene?
Sì, quando sono presenti calcoli nel rene o nell’uretere, il flusso dell’urina può diventare difficoltoso fino ad interrompersi. L’interruzione del flusso urinario può provocare la dilatazione del rene, che, se si protrae nel tempo, può provocare, in alcuni casi, danno renale.
Bisogna diffidare dei calcoli silenti che non causano dolore, ma spesso possono danneggiare la funzione renale.
Diagnosi di calcoli delle vie urinarie
Gli esami che vengono eseguiti quando si sospetta una calcolosi servono non solo a diagnosticare la presenza di calcoli e di eventuali complicanze, ma anche ad identificare eventuali fattori che ne predispongono la formazione.
Esami radiologici
Ecografia: è l’esame più comunemente usato per diagnosticare la presenza di calcoli e di eventuali ostruzioni delle vie urinarie. E’ un esame di facile esecuzione e poco costoso.
Radiografia di rene, uretere e vescica: questo esame consente di individuare le dimensioni, la forma e la posizione dei calcoli. E’ uno degli esami più efficaci per verificare la presenza di calcoli e per valutare l’efficacia del trattamento..
TAC: la tomografia assiale computerizzata è un esame estremamente accurato ed è il metodo di elezione per individuare la presenza di calcoli di qualsiasi dimensione e di eventuali ostruzioni lungo il tratto urinario.
Urografia endovenosa: è un esame molto affidabile. Il maggior vantaggio di questo esame è che permette di valutare la funzionalità renale. Nel corso dell’indagine è possibile infatti valutare eventuali alterazioni della struttura del rene e la dilatazione dell’uretere. Esami di laboratorio
Esame delle urine: l’esame delle urine individua la presenza d’infezioni e permette di misurare il pH urinario. Sulla raccolta urinaria delle 24 ore vengono misurati il volume urinario giornaliero totale, il calcio, il fosforo, l’acido urico, il magnesio, l’ossalato, il citrato, il sodio e la creatinina.
Esami del sangue: vengono eseguiti sia esami di routine come l’emocromo, la creatinina, gli elettroliti e la glicemia, che esami specifici come il dosaggio di calcio, fosforo, acido urico e ormone paratiroideo, sostanze che favoriscono la formazione dei calcoli.
Analisi dei calcoli: i calcoli che vengono espulsi spontaneamente o rimossi possono essere raccolti ed analizzati per stabilirne la composizione. Individuare il tipo di calcolo è utile per stabilire un piano terapeutico.
Per la diagnosi dei calcoli radiografia, ecografia e raggi X sono le indagini più importanti.
Prevenzione dei calcoli urinari
I calcoli urinari recidivano in circa il 50-70% dei pazienti. Tuttavia con terapie adeguate e adottando opportune precauzioni, questa percentuale può essere ridotta al 10% o ancora meno. Per questo tutti i pazienti che hanno sofferto di calcoli renali dovrebbero adottare delle misure preventive.
Misure di prevenzione generali
La dieta è un fattore importante che può favorire o inibire la formazione di calcoli. Tutti i pazienti con calcoli urinari dovrebbero:
1. Bere molto
- La più semplice e importante misura per prevenire la formazione di calcoli è bere, bere e ancora bere. Bisognerebbe bere 12-14 bicchieri (più di 3 litri) di acqua al giorno. Per essere sicuri di bere un’adeguata quantità di acqua durante il giorno, è buona norma portare sempre con sé una bottiglietta di acqua.
- Che acqua bere è spesso un dilemma per il paziente. Per prevenire la formazione di calcoli la quantità di acqua che si beve è più importante della qualità.
- Un altro fattore molto importante è il volume urinario giornaliero. Per essere sicuri di bere una quantità di acqua sufficiente il volume urinario giornaliero deve essere di circa 2-2.5 litri.
- Anche il colore delle urine è importante. Se una persona beve a sufficienza le urine saranno chiare, diluite e acquose. Se le urine sono diluite, la concentrazione di minerali è bassa e la probabilità che si formino i calcoli scarsa. Quando le urine si presentano gialle, scure e concentrate, l’apporto giornaliero di acqua è insufficiente.
- Per prevenire la formazione di calcoli bisogna abituarsi a bere due bicchieri di acqua dopo ciascun pasto. E’ importante bere due bicchieri di acqua prima di andare a letto e un bicchiere di acqua ogni volta che ci si sveglia durante la notte. Bere acqua durante il giorno e durante la notte è importantissimo: bisognerebbe addirittura puntare la sveglia per ricordarsi di bere.
- Durante i periodi particolarmente caldi le persone che svolgono attività fisica dovrebbero bere di più. Una notevole quantità di liquidi viene infatti persa attraverso la traspirazione cutanea.
- Bere acqua di cocco, di orzo o di riso, oppure bevande ricche di citrato come ad esempio limonata, succo di pomodoro e di ananas aiuta ad aumentare l’assunzione di fluidi e a prevenire la formazione di calcoli.
Bere molto è la più semplice e fondamentale precauzione per prevenire e trattare la calcolosi.
Quali sono le bevande più indicate per prevenire la formazione di calcoli nelle vie urinarie?
L’assunzione di acqua di cocco, di orzo o di riso, oppure di bevande ricche di citrato come ad esempio limonata, succo di pomodoro e di ananas è molto utile per la prevenzione dei calcoli. Tuttavia almeno il 50% dei fluidi assunti giornalmente deve essere rappresentato da acqua.
Quali sono le bevande proibite per una persona che soffre di calcolosi?
Chi soffre di calcolosi dovrebbe evitare bevande quali succo di pompelmo, di mirtillo e di mela, te e caffè forti, cioccolato e bibite dolcificate con lo zucchero coma la coca cola, e tutte le bevande alcoliche, compresa la birra.
2. Restrizione di sale
Bisogna limitare la quantità di sale introdotto con la dieta. E’ consigliabile quindi evitare di mangiare sottaceti e snack salati. Introdurre quantità eccessive di sale con la dieta determina un aumento dell’escrezione di calcio nelle urine e aumenta il rischio di sviluppare calcoli. Per prevenire la calcolosi la quantità di sale introdotta con la dieta non deve superare i 100 milliequivalenti o 6 grammi al giorno.
3. Diminuzione dell’apporto di proteine di origine animale
Evitare cibi quali montone, pollo, pesce e uova. Questi alimenti contengono elevate quantità di purine e acido urico e favoriscono la formazione di calcoli di calcio e acido urico.
Urine chiare e trasparenti sono indice di un adeguato apporto di fluidi.
4. Dieta equilibrata
La dieta deve essere bilanciata, con la giusta quantità di frutta e verdura che, favorendo l’aumento del pH urinario, rendono le urine meno acide. I frutti consigliati sono banane, mirtilli, ciliegie e arance. Le verdure consigliate sono carote, meloni amari, zucche e peperoni. Sono consigliati anche cibi ricchi di fibre come fagioli e avena.
Bisogna ridurre il consumo di cibi raffinati come pane bianco, pasta e zucchero. Un elevato apporto di zuccheri infatti può favorire la formazione di calcoli renali.
5. Altri suggerimenti
Ridurre l’apporto di vitamina C a meno di 1 g al giorno. Evitare di mangiare molto la sera. L’obesità è un fattore di rischio indipendente per i calcoli, per questo è importante tenere il peso corporeo sotto controllo con una dieta bilanciata.
Consigli speciali
1. Per prevenire la formazione di calcoli di calcio
- E’ sbagliato pensare che i pazienti che soffrono di calcolosi debbano eliminare il calcio dalla dieta. Per prevenire la formazione di calcoli bisogna mangiare in modo sano, includendo nella dieta anche latticini. Il calcio assunto con gli alimenti si lega all’ossalato e viene escreto. In questo modo l’ossalato viene assorbito a livello intestinale e la probabilità che si formino calcoli si riduce. Se si riduce l’apporto di calcio con la dieta, l’ossalato non legato non viene assorbito a livello intestinale e può dare luogo alla formazione di calcoli.
La litotrissia è la tecnica non chirurgica più efficace e più frequentemente utilizzata per la calcolosi renale.
- Anche l’assunzione di integratori di calcio deve essere evitata, in quanto, così come una dieta povera di calcio, può favorire la formazione di calcoli. In caso di necessità, il calcio supplementare deve essere introdotto attraverso gli alimenti.
- Alcuni farmaci, come ad esempio i diuretici tiazidici, aiutano a prevenire la formazione di calcoli.
2. Per prevenire la formazione di calcoli di ossalato
In presenza di calcoli di ossalato bisognerebbe ridurre l’assunzione di cibi ricchi di tale sostanza.
I cibi ricchi di ossalato sono:
- verdure quali spinaci, rabarbaro, barbabietole e patate dolci;
- frutta e frutta secca, fragole, lamponi, succo di mela, uva, anacardi, noccioline, mandorle e fichi secchi;
- altri alimenti quali peperoni verdi, dolci di frutta, marmellata, cioccolato nero, burro di arachidi, alimenti a base di soia, cacao;
- bevande a base di succo d’uva, cola, caffè o te forti.
3. Per prevenire la formazione di calcoli di acido urico
- Evitare gli alcolici.
- Evitare i cibi ricchi in proteine di origine animale quali cervello, fegato, rognone, acciughe, sardine, aringhe, trota salmonata, maiale, pollo manzo e uova.
- Limitare l’assunzione di legumi, come fagioli e lenticchie, e di verdure come funghi, spinaci, asparagi e cavolfiori.
- Limitare i cibi grassi come condimenti, gelati e alimenti fritti.
- Tra i farmaci l’allopurinolo inibisce la sintesi di acido urico e ne riduce l’escrezione urinaria. La somministrazione di potassio citrato è utile in quanto mantiene basico il pH delle urine, limitando la formazione di precipitati di ossalato, che è favorita in presenza di un pH acido.
- Altro accorgimento è tenere sotto controllo il peso corporeo.
I calcoli recidivano in più del 50% dei casi. E’ importante enfatizzare l’informazione sulle misure di prevenzione.
Trattamento della calcolosi
L’approccio terapeutico alla calcolosi dipende da vari fattori, quali i sintomi, le dimensioni, la posizione e la composizione dei calcoli, la presenza o l’assenza di infezioni o ostruzioni a carico delle vie urinarie. Le opzioni di trattamento sono due:
A. Trattamento conservativo. B. Trattamento chirurgico.
A. Trattamento conservativo
La maggior parte dei calcoli renali sono piccoli (diametro inferiore a 5 mm) e vengono espulsi in modo spontaneo in 3/6 settimane dall’insorgenza dei sintomi. Il trattamento di tipo conservativo allevia i sintomi e favorisce l’eliminazione spontanea dei calcoli, senza ricorrere alla chirurgia.
Trattamento d’attacco dei calcoli renali
Per alleviare il dolore, che può essere insopportabile, può essere necessario ricorrere alla somministrazione, per via intramuscolare o endovenosa, di antiinfiammatori non steroidei o oppiacei. Quando il dolore è meno intenso questi farmaci sono efficaci anche se assunti per via orale.
Somministrazione di fluidi
In presenza di un dolore intenso, la somministrazione di fluidi deve essere moderata, per non acutizzare il dolore. Nei periodi in cui il dolore è assente, è necessario introdurre molti liquidi. Bere almeno 2 o 3 litri di
acqua al giorno aiuta a eliminare spontaneamente i calcoli senza dover
ricorrere alla rimozione chirurgica. I pazienti con calcolosi non devono
bere birra. Nei pazienti con forti coliche associate a nausea, vomito e
febbre, può essere necessario ricorrere all’infusione endovenosa di
fisiologica per correggere il deficit di liquidi. Il paziente deve conservare
i calcoli eliminati affinché se ne possa analizzare la composizione (è
possibile raccogliere i calcoli urinando attraverso un setaccio).
Altri accorgimenti
E’ di fondamentale importanza mantenere un corretto pH urinario. I
farmaci che agiscono legandosi ai canali del calcio, così come gli alfa-
bloccanti, esercitano un’azione antispastica a livello dell’uretere
facilitando l’eliminazione spontanea del calcolo. Anche i sintomi associati
alla calcolosi, nausea, vomito e infezioni alle vie urinarie, devono essere
curati. E’ importante applicare tutte le misure di prevenzione (dieta,
farmaci, controllo del peso, etc.) precedentemente descritte.
B. Trattamento chirurgico
Se la terapia conservativa non funziona, bisogna ricorrere alla chirurgia.
I metodi chirurgici più comunemente usati sono la litotripsia extracorporea
ad onde d’urto, la nefrolitotomia percutanea, l’ureteroscopia e, più
raramente, la chirurgia a cielo aperto. E’ l’urologo che decide, di volta
in volta, quale trattamento applicare.
Per quali pazienti e in quali casi bisogna ricorrere alla
chirurgia?
Nella maggior parte dei pazienti, in presenza di calcoli di piccole
dimensioni, la terapia conservativa si dimostra efficace.
E’ necessario ricorrere alla chirurgia per rimuovere i calcoli renali nei
seguenti casi.
La litotrissia è la tecnica non chirurgica più efficace e più
frequentemente utilizzata per la calcolosi renale.
- I calcoli causano dolore ricorrente e severo che dura nel tempo.
- La dimensione dei calcoli non ne consente l’eliminazione spontanea.
- I calcoli bloccano il flusso urinario causando danni al rene.
- La presenza dei calcoli provoca frequenti infezioni alle vie urinarie e sanguinamento.
E’ necessario intervenire chirurgicamente con urgenza nei pazienti con insufficienza renale dovuta alla presenza di calcoli che ostruiscono il deflusso urinario in entrambi i reni contemporaneamente o in quei pazienti nei quali i calcoli sono localizzati nell’unico rene funzionante.
1. Litotripsia extracorporea
La litotrissia extracorporea ad onde d’urto è la tecnica più recente ed efficace più frequentemente utilizzata per il trattamento della calcolosi renale. E’ indicata quando i calcoli non superano il centimetro e mezzo o quando si trovano nella parte alta dell’uretere.
Essa si avvale di una apparecchiatura, il litotritore, che grazie all’emissione di onde d’urto acustiche ad alta energia che attraversano i tessuti, dall’esterno all’interno, frammenta il calcolo. I frammenti di piccole dimensioni che si formano vengono facilmente eliminati con le urine. Dopo il trattamento il paziente deve bere molto per facilitare l’eliminazione dei frammenti attraverso le urine. Qualora, dopo la litotrissia l’uretere sia ostruito dalla presenza di un grosso calcolo, si rende necessario posizionare un catetere ureterale interno. La procedura è generalmente sicura. Possibili complicanze sono sanguinamento, infezioni alle vie urinarie, rimozione incompleta dei calcoli, per cui potrebbe essere necessario ripetere la procedura, danni al rene e innalzamento della pressione arteriosa.
L’impiego di questa tecnica offre dei vantaggi in quanto non richiede ospedalizzazione, non è necessaria l’anestesia e non comporta alcuna manovra invasiva sul paziente. Il dolore avvertito dal paziente è di lieve entità, per cui il trattamento è indicato per soggetti di qualunque età. La litotrissia è meno efficace nel caso di calcoli di grosse dimensioni e nei pazienti obesi. Non può essere utilizzata in gravidanza e in caso d’infezioni severe, ipertensione non controllata, ostruzione del tratto distale delle vie urinarie e disturbi della coagulazione. Dopo la litotrissia il paziente deve essere seguito e sottoposto a periodici check-up per prevenire eventuali recidive.
La nefrolitotomia percutanea è il metodo più efficace per rimuovere calcoli di medie o grandi dimensioni.
2. Nefrolitotomia percutanea
La litotrissia percutanea, è un metodo efficace per rimuovere calcoli renali o ureterali quando le dimensioni del calcolo superano il centimetro e mezzo. Si fa ricorso a questa tecnica quando la litotrissia o l’ureteroscopia non hanno dato risultati.
La procedura viene eseguita in anestesia generale. L’urologo pratica una sottile incisione nella schiena e, sotto guida radiografica o ecografica, crea un passaggio attraverso il tessuto cutaneo verso il rene. Il tratto viene dilatato per introdurre gli strumenti. Usando uno strumento chiamato nefoscopio, il calcolo viene prima localizzato e poi rimosso (nefrolitotomia). Quando il calcolo è grosso, viene prima frantumato con onde ad alta frequenza e successivamente i frammenti vengono rimossi (nefrolototrissia).
La nefrolitotomia percutanea è in linea di massima una procedura sicura, ma, come tutti i trattamenti chirurgici, possono insorgere delle complicazioni, quali sanguinamento, insorgenza di infezioni, danno ad altri organi della cavità addominale, ad esempio al colon, perdite urinarie e idrotorace. Il vantaggio principale di questa tecnica è che l’incisione necessaria per introdurre gli strumenti è molto piccola (circa un centimetro). In generale questa procedura permette di eliminare tutti i calcoli con un unico trattamento, l’ospedalizzazione richiesta è molto breve, e la guarigione veloce.
Calcoli localizzati nel medio e basso uretere possono essere trattati con esito favorevole con l’ureteroscopia senza ricorrere alla chirurgia tradizionale.
3. Ureteroscopia
L’ureteroscopia è la tecnica più efficace per trattare calcoli localizzati nel medio o basso uretere. La tecnica prevede l’inserimento di un tubo flessibile, l’ureteroscopio, munito di una telecamera, attraverso l’uretra e la vescica fino all’uretere. La telecamera di cui è dotato l’ureteroscopio permette di visualizzare il calcolo. In base alle dimensioni del calcolo e dell’uretere il calcolo può essere frammentato e/o rimosso. Se è piccolo viene afferrato e rimosso direttamente, altrimenti viene frammentato (litotrissia pneumatica) e i frammenti così ottenuti vengono espulsi spontaneamente attraverso l’urina. I pazienti normalmente vengono dimessi in giornata e nel giro di due o tre giorni sono in grado di riprendere le loro normali attività.
Con questa tecnica anche i calcoli più duri possono essere frammentati e non sono necessarie incisioni. E’ una procedura sicura anche in gravidanza, in pazienti obesi e in quelli con problemi di sanguinamento. L’ureteroscopia è generalmente sicura, ma come ogni procedura, non completamente priva di rischi. Possibili complicanze sono comparsa di sangue nelle urine, insorgenza di infezioni a carico delle vie urinarie, perforazione dell’uretere con conseguente formazione di tessuto cicatriziale che restringe il diametro dell’uretere stesso.
Il ricorso alla chirurgia tradizionale deve essere limitato a pochi pazienti con calcoli molto grossi laddove tutte le altre tecniche abbiano fallito.
4. Chirurgia a cielo aperto
La chirurgia a cielo aperto è la modalità di trattamento della calcolosi più invasiva e dolorosa e richiede da cinque a sette giorni di ospedalizzazione. Le nuove tecnologie disponibili hanno ridotto drasticamente la necessità di ricorrere alla chirurgia tradizionale per il trattamento della calcolosi. Ad oggi vi si ricorre raramente e solo in presenza di gravi complicazioni.
Il principale vantaggio è la possibilità di rimuovere più calcoli, di grandi dimensioni o a corna di cervo, con un unico intervento. La chirurgia tradizionale rappresenta inoltre un trattamento efficace e vantaggioso nei paesi in via di sviluppo dove le risorse sono limitate.
Quando un paziente che ha i calcoli deve rivolgersi al medico?
Un paziente affetto da calcolosi deve immediatamente contattare un medico nei seguenti casi.
- Forte dolore all’addome, che non risponde ai farmaci.
- Nausea forte o vomito che impediscono di assumere liquidi e farmaci.
- Febbre, brividi e bruciore nella minzione associati a dolori addominali.
- Presenza di sangue nelle urine.
- Impossibilità ad urinare.