Mito: Tutte le malattie renali sono incurabili.
Realtà: No, non tutte le malattie renali sono incurabili. Con la diagnosi precoce e il trattamento molte malattie renali possono essere curate. In molti casi, si può rallentare o arrestare la progressione della malattia.
Mito: L’insufficienza renale può verificarsi anche se solo uno dei due reni non funziona.
Realtà: No, l’insufficienza renale si verifica solo quando entrambi i reni non funzionano. Solitamente le persone non hanno alcun problema se funziona solo un rene, e in tali casi, i valori di urea e creatinina sierica nel sangue si mantengono nel range di normalità. Ma quando entrambi i reni non funzionano più, i prodotti di scarto si accumulano nel corpo e l’aumento di urea e creatinina sierica nel sangue suggeriscono insufficienza renale.
Mito: Nelle malattie renali la presenza di edema suggerisce insufficienza renale.
Realtà: No. In alcune patologie renali l’edema è presente, ma la funzione renale si mantiene del tutto normale (es. sindrome nefrosica).
Mito: L’edema è presente in tutti i pazienti con insufficienza renale.
Realtà: No. L’edema è presente nella maggior parte dei pazienti con insufficienza renale, ma non in tutti. Una piccola cerchia di pazienti può non avere edema anche ad uno stadio avanzato dell’insufficienza renale. Perciò l’assenza di edema non esclude l’insufficienza renale.
Mito: Tutti i pazienti con malattie renali devono bere una grande quantità di acqua.
Realtà: No. Il ridotto rilascio di urina che determina un rigonfiamento
è un importante caratteristica di molte malattie renali. Quindi la restrizione
di acqua è necessaria a mantenere l’equilibrio idrico in tutti quei pazienti
affetti da patologie renali. Tuttavia, si consiglia di bere una grande quantità
di acqua a quei pazienti affetti da calcolosi renale e infezioni delle vie
urinarie con funzione renale normale.
Mito:
io sto bene, quindi non credo di avere un problema ai reni.
Realtà:
La maggior parte dei pazienti sono asintomatici (cioè non
mostrano sintomi) nelle fasi iniziali della malattia renale cronica. Valori
anormali negli esami di laboratorio sono l’unico indizio della sua presenza
in questa fase.
Mito:
io mi sento bene, quindi non ho bisogno di continuare il trattamento
per il mio problema ai reni.
Realtà:
Molti pazienti con malattia renale cronica si sentono molto
bene con la terapia adeguata, e così decidono di interrompere il
trattamento e la restrizione dietetica. Ma l’interruzione della terapia
durante la MRC può essere pericoloso perché può portare ad un rapido
peggioramento della insufficienza renale e in breve tempo i pazienti
possono raggiungere la fase in cui necessitano di dialisi o di trapianto
renale.
Mito:
Il mio livello di creatinina sierica è leggermente superiore al
normale, ma io sto perfettamente bene quindi non c’è nulla di cui
preoccuparsi.
Realtà:
Anche un lieve aumento della creatinina sierica è un indicatore
di danno renale e ciò richiede attenzione. Esistono diverse malattie renali
che possono danneggiare i reni, perciò il nefrologo dovrebbe essere
consultato immediatamente. Cerchiamo di capire l’importanza
dell’incremento del valore di creatinina sierica (seppur lieve) a diversi
stadi della malattia renale cronica.
La fase iniziale della malattia renale cronica è di solito asintomatica, e
l’aumento del valore della creatinina sierica può essere l’unico indizio
di una patologia renale silente. Un valore di creatinina sierica pari a 1,6
mg/dl sta ad indicare che oltre il 50% della funzione renale è già persa,
ed è significativo. L’identificazione della malattia renale cronica e l’inizio
di una terapia adeguata in questa fase è molto vantaggioso. Il trattamento
in questa fase della malattia e sotto la supervisione di un nefrologo aiuta
a preservare la funzione renale per un lungo periodo di tempo.
Quando il livello di creatinina sierica è pari a 5,0 mg/dl, significa che
circa l’80% della funzione del rene è persa. Questo valore indica quindi
che la funzione renale è gravemente compromessa. Una terapia adeguata
in questa fase della malattia è utile per preservare la funzione renale.
Tuttavia è importante ricordare che si tratta di una fase tardiva della
malattia renale cronica e la possibilità di ottenere il miglior risultato con
il trattamento è purtroppo perduta.
Quando il livello di creatinina sierica raggiunge il valore di 10.0 mg/dl,
significa che il 90% della funzionale renale è persa e questo valore
suggerisce l’insufficienza renale cronica terminale. A questo stadio della
malattia renale cronica la possibilità di trattare un paziente con terapia
farmacologica è quasi del tutto inesistente. La maggior parte dei pazienti
a questo stadio della patologia necessita di dialisi.
Mito:
la dialisi eseguita una volta in pazienti con insufficienza renale,
diventa successivamente una necessità costante.
Realtà:
No, per quanto tempo un paziente con insufficienza renale
necessiti di dialisi dipende dal tipo di insufficienza renale.
L’insufficienza renale acuta è un tipo di insufficienza renale temporanea
e reversibile. Alcuni pazienti con insufficienza renale acuta hanno bisogno
di supporto con dialisi solo per un breve periodo di tempo. Nella
condizione di insufficienza renale acuta, con un trattamento adeguato e
poche sedute dialitiche il rene di solito recupera completamente la sua
attività. Ritardare la seduta dialitica per paura di dialisi permanente può
mettere il paziente in pericolo di vita.
La malattia renale cronica è un tipo di insufficienza renale progressiva
ed irreversibile. I pazienti in fase avanzata della malattia renale cronica
(Insufficienza Renale Cronica Terminale) hanno bisogno di un regolare
supporto di dialisi per tutta la vita.
Mito:
La dialisi cura l’insufficienza renale.
Realtà:
No, la dialisi non cura l’insufficienza renale. La dialisi è un
efficace trattamento salvavita in caso di insufficienza renale, in quanto
rimuove i prodotti di scarto, l’acqua in eccesso e corregge la
concentrazione di elettroliti, nonché i disequilibri acido-base. La dialisi
svolge la funzione che il rene non è più in grado di compiere e mantiene
il paziente senza sintomi, in forma e sano, nonostante l’insufficienza renale
sia severa.
Mito:
Nel trapianto di rene maschi e femmine non possono donare il
loro rene al sesso opposto.
Realtà:
Maschi e femmine possono donare il proprio rene al sesso
opposto dal momento che la struttura e le funzioni dei reni sono le
stesse in entrambi i sessi.
Mito:
La donazione di un rene influisce sulla salute e la funzione sessuale.
Realtà:
Donare un rene è molto sicuro e non vi è alcun effetto sulla
salute e sulla funzione sessuale. I donatori di rene possono vivere una
vita normale, compresa la vita coniugale e il parto.
Mito:
Per il trapianto di rene, è possibile acquistare un rene.
Realtà:
L’acquisto o la vendita di un rene è un crimine. È importante
ricordare che il trapianto di un rene da un donatore vivo estraneo porta
un più alto rischio di rigetto rispetto a quello proveniente da un donatore
imparentato.
Mito:
Ora la mia pressione sanguigna è normale quindi non ho bisogno
di pillole anti-ipertensive. Anzi, mi sento meglio se non le prendo, quindi
perché dovrei prendere le medicine?
Realtà:
Molti pazienti con livelli di pressione sanguigna elevati decidono
di interrompere la loro medicina dopo che la pressione sanguigna si è
ristabilita, in quanto non hanno alcun sintomo o si sentono meglio senza
farmaci anti-ipertensivi. Tuttavia l’ipertensione non controllata è un killer
silenzioso che a lungo termine può portare a gravi problemi quali infarto,
insufficienza renale ed ictus. Perciò per proteggere gli organi vitali del
corpo, è essenziale assumere i medicinali regolarmente e controllare la
pressione arteriosa correttamente anche se non si notano sintomi e la
persona si sente apparentemente meglio.
Mito:
Solo i maschi hanno i reni, che si trovano in una sacca tra le
gambe.
Realtà:
Nell’organismo maschile come in quello femminile, i reni sono
situati nella parte alta posteriore dell’addome con dimensioni, forma e
funzioni identiche. Nell’organismo maschile la sacca posta tra la gambe
contiene un importante organo riproduttivo, i testicoli.